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Ancient Teological Church Sacred Texts

From Medieval Europe
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Contents

Chiesa Teologica Antica - Testi Sacri

I.1 L’Universo

In Principio, fu il Logos, che è Tehos, e dà la Vita. E si aprì la Spazio, che è il Cielo, e Tehos lo riempì di stelle, che generarono la Luce.

Le prime creature del Logos, composte di Luce, furono gli Angeli. E l'Angelo Primigenio prese nome di Febo, poiché egli era il Portatore della Luce, e la sua dimora prese nome di Helel, Stella del Mattino, poiché era la prima stella ad essere generata da Tehos. Accadde che gli Angeli si disposero come una Piramide Celeste. Il Primigenio, che era l'apice, era Febo, che era ad immagine e somiglianza di Tehos. Le tre colonne che sorreggevano il Primigenio, presero nome di Arcangeli, ed erano tre in numero. E gli altri Angeli, presero posto a tre a tre, in molteplici Cori.

Ma allora accadde che il Primigenio e gli Arcangeli entrarono in reciproco contrasto, poiché il Primo chiedeva loro di ubbidirgli, poiché il Primo era l'apice della Piramide. Ma, i Tre, dicevano che non esisteva ubbidienza al Primigenio, da parte loro, poiché ogni ogni Coro Angelico racchiudeva l'altro, e tutti i Cori Angelici erano in pari tra di loro, e di eguali poteri.

Così, essi si rivolsero a Tehos, per appianare la disputa.

E Tehos decise che, nell'Universo, non sarebbe esistito colui il quale avrebbe sottomesso gli altri. E ciò sarebbe stato il Libero Arbitrio. E Tehos disse che non sarebbe esistito colui la cui volontà sarebbe stata superiore a quella di Tehos, poiché Lui solo è l'Altissimo, lui solo è il Signore dell'Universo, ed il suo Regno, non avrà fine. E Tehos disse che se tale era la volontà di Tehos, tale era la volontà di Febo.

I.2 La Ribellione.

Udite queste parole, ci fu molto sgomento. Poiché solo Tehos può comprendere l'intera volontà di Tehos, e solo l'ubbidienza alla Sua Parola, che è il Logos, permette la Luce. E udite queste parole, coloro che ubbidirono, compresero, e permasero nella Luce. Ma coloro i quali non ubbidirono, non compresero, e caddero fuori dalla Luce, e non poterono più accedere alle proprie dimore.

Febo non comprese, poiché accecato dalla propria volontà distorta; egli fu il primo a cadere nelle Tenebre: il pozzo della perdizione.

E Febo mutò, nella mente e nella sostanza, e prese forma di Tenebra, e lo presero a chiamare Eldiavolique. E con lui, molti angeli caddero. Essi si adunarono nelle Schiere di Eldiavolique: presero a chiamarsi i Demòni, ed i Sette Comandati della Legione, furono conosciuti come gli Arcidiavoli.

E questa fu una guerra: poiché i Demoni ambivano alla conquista delle loro antiche dimore, ma, a loro era vietato l'accesso alla Luce. Così, impiegarono le Tenebre, per oscurare la Luce.

E la prima stella a cadere, fu Helel, che si trasformò in due sfere roteanti. Ed in una, sorsero fuoco e fiamme, e tempeste e quanto di più indesiderabile, e nell'altra, sorse la Natura, che è quanto rimaneva della Luce di Helel. E la Natura, che generò molte piante, si nutriva di Luce riflessa, e prosperava nella più piccola delle due sfere, come in un Giardino. E questo Giardino, prese nome di Giardino di Luna. E i Demòni procedevano dal basso all'alto, acquisendo potere e supremazia.

Questi accadimenti, provocarono la reazione degli Arcangeli e di coloro che erano ubbidienti a Tehos. E gli Arcangeli condussero una guerra contro Eldiavolique ed i peccatori, e da questa guerra, l'Universo ne uscì mutato.

Accadde infatti, che tutti i Demòni, che acquisivano potere ed audacia per mezzo del Peccato, ottenebrarono contemporaneamente le stelle che ruotavano vicino ad Helel. Per questo, fu necessario l'intervento di Tehos.

Tehos, l'Onnipotenza, raccolse a se la Luce che dei pianeti ottenebrati dai Demòni, e la forgiò in Sephirot, che è il Volto di Tehos.

E Tehos disse:

"Egli è Sephirot, il Sacerdote di Tehos. E ciò che egli stabilisce nell'Universo, questa è la Volontà di Tehos."

E Sephirot generò una stella capace di contenere tutte altre stelle, poiché egli era il molto-benedetto da Tehos ed egli era Alfiere dell'Onnipotenza. Chiamò questa stella Sole, e vide che questa, era cosa buona e giusta. Le sue braccia mossero i Cori Angelici ed il Sole divenne il Centro dell'Universo. E le sue braccia, che erano come le braccia della bilancia, presero a dare moto rotatorio alle stelle tutte. Tutte le Stelle ruotavano attorno al Sole. Egli pose le stelle ottenebrate vicine al Sole, cosicché esse potessero gloriarsi per metà del loro tempo della Luce del Sole.

Ed i Cori Angelici, riuniti sul Sole, scagliarono dardi di Luce verso le dimore dei Demòni, e questi si ritirarono nelle Tenebre, poiché essi non tolleravano la Luce.

Sephirot, istituì il Tribunale Celeste: così accadde che coloro che si macchiarono del peccato, furono destinati ad essere imprigionati nelle Tenebre più oscure, e queste presero nome di Inferi. E gli Inferi furono divisi in sette Gironi, e ogni Arcidiavolo fu reso schiavo di Tehos, ed imprigionato in un Girone Infernale, poiché essi avevano tutti compiuto il Peccato.

Accadute queste cose, Eldiavolique, si presentò al cospetto di Tehos. L'Onnipotenza, il Padre della Vita, lo anticipava in ogni pensiero, poiché egli era il Padre-Onnisapiente, e proferì queste parole, che erano Legge:

"Eldiavolique, condannato ad essere il Signore ed il Sacerdote degli Inferi."

Queste parole erano il Logos, pertanto esse erano Vita e Verità, e ciò ebbe duplice effetto su Eldiavolique: poiché egli adesso comprendeva l'Onnipotenza di Tehos, ma, ormai -ottenebrato dalla follia, dallo stupore e dal suo trascorso illogico- la sua esistenza era scissa in cinque parti e la sua essenza si ricompose nella Bestia Pentacolare.

Tutte le parti di Eldiavolique, la Bestia Pentacolare, attaccarono Tehos con la violenza e la follia, ma tutto era stato previsto, giacché, infatti, Sephirot, impugnata la Sacra Lancia, trafisse la Bestia e la smembrò ancora in cinque parti.

Tre di queste parti, Sephirot le ricompose e le incatenò agli Inferi, al centro dei Gironi Infernali, e questo prese nome di Baffometto, la Bestia.

La quarta parte, fuggì da Tehos, lanciando anatema contro il Signore, e contro Sephirot, che era il suo Braccio Possente:

"Io sarò la Tentazione; io farò vacillare ogni Legge del Logos. Io sarà il Caos. Io sarò la Follia. Io sarò il Terrore. Io sarò la Tenebra, e l'intero Universo sarà ottenebrato nel mio nome, che è Lilis."

E Tehos, che tutto sapeva e tutto prevedeva, disse a Sephirot:

"Lasciala andare. Ella è solo la Tentazione. Il suo potere, è nullo, poiché il suo potere è quello di influenzare la volontà altrui. Ma gli Angeli, non vacilleranno, ed i Demòni sono resi ormai schiavi, nelle loro carceri eterne. Verrà un giorno in cui la Tentazione si crederà una Gran Signora, e saranno i giorni della Meretrice, ma questo è il Logos: per ogni servo della Meretrice, cento saranno servi di Tehos, e la esistenza di Lilis sarà eterno dolore e disperazione di qui in avanti. Così è deciso."

E Sephirot conservò la quinta parte di Eldiavolique, che ne conservava il nome, poiché essa era inattiva. Ed essa prese nome dell'Idolo, del Falso Profeta, e Sephirot, che era il Volto di Dio, che era la Bocca di Dio, che era il Braccio Possente, disse:

"Questo è l'Idolo, e verranno i tempi dell'Idolatria. E chi seguirà il Falso Profeta, ecco, egli sarà giudicato in morte, dal Tribunale Celeste, e condannato agli Inferi. E chi si manterrà puro e fedele a Tehos, egli conoscerà la Vita Eterna dopo la Morte. E così, noi lasciamo queste flebili reliquie della nostra Guerra, affinché si tracci confine tra i Savi ed i Folli, e che in molti abbiano timore di Tehos, poiché gli Inferi attendono coloro che si rifiuteranno di osservare il Volto di Dio. Così è deciso."

I.3 Il Giardino di Luna.

Dopo che l'Universo fu riallineato nel Moto di Sephirot, e le stelle ottenebrate, che venivano chiamate Pianeti, erano oramai disabitate, Tehos rivolse gli occhi sulla Luna, che era la frazione minore di Helel, e vide che la Natura lo aveva reso posto adatto alla Vita della Carne.

Tehos disse:

"Il Logos necessita di incarnarsi, affinché, a memoria della propria limitatezza e del proprio dolore carnale, queste creature viventi, sempre ricordino di essere meno che steli d'erba, al confronto di Tehos, Padre Onnipotente. Allora, ogni loro peccato arrecherà loro molto dolore, ed in questo, essi saranno ad immagine e somiglianza di Tehos. E tuttavia, saranno sempre più nobili di qualunque altra creatura che non è seme del Signore, poiché sono provviste di Logos, che chiamerò Spirito Santo."

E così plasmò due creature, a cui diede nome di Selo, il Primo Uomo e Laia, la Prima Donna.

E disse:

"Finché voi vivrete nella Legge del Logos, che è la volontà di Tehos, Tehos non permetterà la vostra morte. Ma non mangiate mai il frutto dell'Amore e dell'Odio, poiché tale sarà la vostra delizia, nonché il vostro supplizio, in eterno."

Ma Lilis aveva deciso di stravolgere quanto di buono era stato fatto; si avvicinò ad Laia. Le due divennero molto amiche e confidenti, e Lilis rivelò tutti i suoi segreti ad Laia. La Prima Donna conobbe allora molti segreti, e se ne compiacque, poiché ella adesso credeva di padroneggiare molto potere.

Allora Lilis, salita sull'Albero dell'Amore e dell'Odio, porse un frutto ad Laia e la tentò:

"Poiché ora tu sai tutto, non credi forse che ti manchi l'essenziale?".

Così Laia assaggiò il frutto, e presto fu colta dal desiderio di congiungersi ad Selo.

Questi, inizialmente, rifiutò le offerte di Laia, cosicché accadde che la Prima Donna, delusa per questo, impose che egli gli sarebbe stato sottomesso. Udite queste parole, Selo fu colto da grande rabbia, e, senza riflettere, ingoiò la polpa del frutto proibito; e così si compiva l'idea blasfema di Lilis.

Ed allora essi, prima si divisero il territorio del Giardino in due parti, e poi, diedero fuoco ognuno alla parte dell'altro. E quando Tehos vide queste cose, egli sapeva che questa era cosa iniqua, e la sua Voce si espanse per tutto l'Universo:

"Che cosa avete fatto?"

Fu aperto un ponte tra la Luna e la restante parte di Helel, che prese nome di Terra. Nella fuga, tutte le Bestie schiacciarono il corpo di Lilis, e questa fu la sua punizione.

Tehos si rivolse al Primo Uomo ed alla Prima Donna:

"Voi sarete condannati a cooperare in Eterno, formando delle Famiglie, e questa punizione toccherà ai vostri figli, ed ai figli dei vostri figli. Se voi farete questa cosa, la vostra stirpe non si estinguerà. E le Famiglie si riuniranno sotto il medesimo cognome, che le distinguerà per popoli e nazioni, e poi per stirpi e dinastie. E queste, saranno costrette a cooperare, poiché se non lo faranno, giungerà per loro l'estinzione. E tutti e due vivrete in un mondo ostile, e poche bestie, le addomesticherete, altre vi saranno nemiche. E sarete deboli, in tutto e per tutto, e la Natura vi sarà grande nemica: potrete contare solo sul Logos, per sopravvivere. Polvere siete, e polvere tornerete."

Finito il discorso, fu concesso a loro di attraversare il Ponte, e la Luna, che era il Giardino delle Delizie, rimase una sfera vuota, spenta e disabitata.

I.4 La Caduta dell'Uomo.

Così Selo ed Laia presero a vivere assieme sulla Terra. Due ne nacquero dalla loro unione. Il primo prese nome di Hassash, il secondo, di Martyr.

Essi pensarono conordi:

"Ciò che è della nostra Famiglia, ora è nostro, e sarà ridistribuito con equità tra noi due."

Ma il giorno seguente, il leone, il lupo e la iena, si strinsero attorno ad Hassash, ed egli rimase nudo di tutti i suoi averi. Provandone vergogna, egli si risolve a Tehos, chiedendo che Dio fornisse lui quanto di necessario per sopravvivere. Thoes gli rispose:

"Non hai tu forse ricevuto il più grande dei doni, che è la tua intelligenza? Non sei forse tu capace di combattere per ciò che ritieni giusto?"

Hassash, non comprese tali parole, e ritornò da suo fratello Martyr. Questi, vedendolo nudo, rise della sua condizione, e gli offrì metà del suo cibo, che era una ciotola di fagioli, il cibo odiato da Hassash, il quale era solito nutrirsi di carne.

Questo, provocò la rabbia di Hassash, che prese la ciotola e con essa compì il Peccato Originale contro suo fratello, e di Martyr non rimase più niente, perché anche i suoi beni furono requisiti da Hassash.

Ma Hassash, già il giorno dopo, si sentì così povero e sventurato, e gridò:

"Tehos, dimmi cosa ho fatto!"

E così Hassash piangeva calde lacrime, poiché era molto dispiaciuto per l'accaduto, e disse:

"Oh Divino come posso io nascondermi dalla Verità?"

Ma Sephirot lo raggiunse, e disse:

"Nessuno ora tocchi Hassah, poiché la Morte genera Morte, come la Vita, genera Vita. E gli sia concesso di vivere in eterno sulla Terra, al fine di predicare la sua storia, e la Parola di Tehos, che è la Storia del Logos, che è il Libro dell’Arcano"

Ed aggiunse:

"E chiunque Hassash desidererà, gli sia concesso che gli sia Moglie, al fine di protrarre la Stirpe dell'Umanità, e di dominare sulla Terra."

E tuttavia, non vi si incontravano donne sulla Terra, cosicché Hassash vagò per il pianeta per tre anni, imparando molte cose sulla sopravvivenza. Al compimento del terzo anno, egli raggiunse un monte, il quale non presentava cima, poiché la cima era un lago di fuoco vivo, e Hassash lo chiamò così Monte di Nod. E nelle viscere del Monte, egli scoprì che vi avevano trovato rifugio e casa Lilis ed il Grande Verme, il Drago.

Hassash, che era diventato un grande combattente, scacciò il drago, ed espresse desiderio di prendere in sposa Lilis. E questo fu il più grade dolore per Lilis, poiché ella non desiderava avere marito in nessun modo, poiché la Tentazione non ha marito, ma solo amanti.

E giacché Hassash era immortale, ecco che si compiva il Disegno di Tehos, e la dannazione di Lilis si era espressa attraverso le parole dell'Altissimo Sephirot, l'Angelo Infallibile, Figlio di Tehos.

Dalla forzata unione di Lilis ed Hassash, sei ne furono generati, tre maschi e tre femmine, e questi erano, in ordine di anzianità: Lambach il Sacerdote, Antium il Saggio, Tusilla la Bella, Dinar il Forte, Matusa, la Buona, e Kara, la Giovane.

Così Tehos guidò Hassash ed i suoi pargoli verso una grande piana abitata da molteplici vergini della sua stessa razza, e Hassash pensò che quel luogo era idoneo per fondare la Prima Città.

I.5 La Prima Città.

Quando tutti i figli di Hassash furono adulti, Hassash era già il Re della Prima Città. Ma i figli, riuniti, chieserò al Re:

"O Padre, ma quale nome daremo alla nostra città?"

E quelli disse:

"Il nome della nostra città va a colui che ne fu architetto, muratore e carpentiere, e questo è Antium. Così, questa è la Città di Antium."

Ed il Re Hassash aveva ragione, poiché Antium il Saggio coordinava la costruzione delle dimore della Famiglia, e lavorava la pietra ed il legno anche la notte e sotto il piovere. Così, egli si era guadagnato il titolo de il Coraggioso, oltre che il Saggio; ed era da tutti, meno uno, assai stimato.

Questo uno, era suo fratello maggiore, Lambach, che era il maschio più anziano, dopo Hassash, l'Immortale. Lambach, non partecipava alla costruzione di niente, perché officiava i riti e le preghiere per il Signore, ed era sposato con Ada, che trattava come sua aiutante e servitrice.

Sapute queste cose, Lambach si recò nella Grotta di Nod, ove il Padre gli aveva raccontato, inebriato dal vino di Ada durante una festa, che avesse dimora Colei che lo generò, la Tentazione.

Incontrati, ebbero modo di discutere a lungo: Lambach biasimò il comportamento del Padre, adducendo che egli gli preferiva Antium. Lilis sussurrò allora un oscuro piano per porre termine all'esistenza di Re Hassash, e le parole della Tentazione compiacquero il figlio.

Il giorno dopo, Lambach istituì una festa, dicendo di congratularsi molto con Antium, che era la loro saggia guida. E fece predisporre da Ada tutto il vino che era necessario, ed inebriò tutti con poesie e canti, in cui era maestro. E così, Hassash, molto contento, beveva molto come sempre, ma Antium era restio, poiché era molto Saggio, per natura.

Ma Lambach disse al fratello:

"Temi forse il confronto con questo dolce vino? Che male può farti?"

E queste parole convinsero il valente Antium ad eccedere nel bere; alla fine, tutti gli abitanti di Antium caddero in un sonno profondo. Tutti, meno Lambach, che aveva invece bevuto mistura di latte e sangue di vacca, per tutto il tempo.

Così, Lambach prese i corpi del Re e del Coraggioso, e gettò entrambi nel mare di fuoco della sommità di Nod, ed entrambi scomparvero per sempre. E giacché ad Hassash era stata donata l'immortalità, egli rimaneva così imprigionato nel ventre del Monte di Fuoco, e si compiva la vendetta degli Angeli, ed al contempo, la vendetta di Lilis.

E gli errori del Padre, ricaddero sul Figlio più meritevole.

Ma Lambach, tornato ad Antium, disse che Tehos aveva ucciso il Re ed Antium; e poiché essi avevano saputo dallo stesso Hassash, che Tehos aveva concesso ad egli l'immortalità, essi ritennero vere le parole del Sacerdote.

Così, la città di Antium, col passare dei lustri, abbandonava la Fede in Tehos.

Matusa era pura, ma era pavida. Quando ad Antium, Lambach fondeva tutto l'oro in una orrenda statua del Drago, e lo venerava come La Divinità Pagana, Matusa preferiva vivere da Eremita, poiché aveva molta paura e molto disgusto dei suoi fratelli, della Tentazione e del Drago.

E così, ella visse per trecento anni, finché Tehos non le disse, in piena notte: "Recati ora ad Antium, sono nati due infanti che sono molto benedetti dal Signore. Tu ora sei Sacerdotessa di Tehos, e li educherai alla Pietà."

I loro nomi erano Gristhon e Mona. Matusa li prese con se, li nutrì col suo pasto, e tramandò la Verità, la Conoscenza, e le molte preghiere, arti e mestieri che ella aveva imparato per trecento anni. Così, i due crebbero, e si sposarono nella Pietà di Tehos, e lontani dalla città. All'età dei loro ventitré anni, la missione di Matusa era compiuta, ed ella poté avere eterno riposo.

La seguente mezzanotte l’Angelo Silfaele si presentò nell’Eremo dei due, che lo accolsero. Silfaele disse:

"Il Re-Sacerdote di Antium, Nimrodel, ha chiesto a tutti i cittadini di smettere col proprio lavoro nelle botteghe, e raccogliere ferro, legno e pietra e dedicare il loro tempo all'edificazione della Grande Accademia di Babele. Egli mente, dicendo che quando il Sapere dei figli dell'Uomo avrà raggiunto il culmine, e la Torre svetterà tra le nubi, essi saranno del tutto simili a Tehos; e così, loro credono di poter porre fine al Regno dei Cieli di Tehos ed istituire il Regno della Terra di Babele. Ed invece Tehos porrà fine a coloro che adorano la Bestia. Così, voi, recatevi ad Antium, e radunate tutti coloro che non parteciperanno alla costruzione della Torre, e predicate che sarà necessaria la costruzione di una grande Arca, che vi contenga tutti, e quanto di necessario per la sopravvivenza per quaranta giorni e quaranta notti, quanti voi sarete. E questo vi salverà dalla Fine, che incombe."

Gristhon e Mona presero assai sul serio le parole dell'Angelo, e molto si preoccuparono di raccogliere i puri.

Ed il giorno che la nave fu pronta, Nimrodel andò da coloro che seguivano Gristhon, e disse:

"Compariamo i nostri progetti. Mai fu accumulata tanta pietra, tanto legno, tanto ferro, in cambio di tanto argento: tutto il mio argento. Tu invece usi gli scarti degli alberi e vecchio ferrume e materiali scadenti per quella inutile imbarcazione. Vedi forse acque navigabili? Quanto siete sciocchi, o settantasette. Voi non conoscerete il Regno dei Cieli."

E sette giorni dopo, entrambi i progetti erano ora portati a termine. Incominciò a piovere, e piovve per un mese. E tutta la Terra di Nod divenne un Mare. Il Monte venne sommerso, e la città di Antium venne cancellata dal mare. All'alba del Quarantesimo giorno, i savi sbarcarono su una nuova terra, che essi chiamarono Terrasanta, e presto, tutti intuirono che Tehos li aveva condotti al Centro della Terra.

E giunti in quella terra, la gente si chiedeva:

"Oh Divino! Insegnaci a vivere nella rettitudine, e noi non peccheremo, poiché abbiamo visto di cos'è capace il tuo braccio!"

L'Angelo Sephirot, così, apparve a Mona sul Monte Palatino, e le fece il Dono, la Legge del Patto. Se gli uomini avessero rispettato la Legge del Patto, non sarebbero mai stati sconfitti, né da Uomo, né da Bestia.

La Legge del Patto fu incisa sulle rocce del Monte Palatino, e questi furono i Precetti:

  1. Tehos è Uno e Tutto e Logos, e in quanto tale lo onorerai e al Divino ti sottometerai.
  2. Onorerai la famiglia e il vincolo che vi unisce.
  3. Rispetterai il creato di Theos e tutti gli uomini, che Theos ha creato uguali, e ti adopererai affinché tutti abbiano il giusto.
  4. Non cederai alla Tentazione che in molti modi si manifesta, menzogna, calunnia, avidità, pavidità, ingiustizia, corruzione, ira, gola, superbia, lussuria.
  5. Sempre ti adopererai affinché li Patto sia conosciuto da tutti gli uomini in ogni luogo, e ancor più da coloro che sono caduti in Tentazione.

E così, il Monte Palatino divenne il Tempio del Divino. Attorno al Monte Palatino, che era il Monte del Patto tra l'Uomo e Tehos, fu così fondata la Città Santa: Roma. E questa prese nome di Seconda Città.

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